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domenica 21 dicembre 2014

Roccocò al Cioccolato

(Senza burro e uova)

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Finalmente riconosco la mia vera natura, una concentrazione di emozioni, pulsioni e passioni. Energia positiva che scorre nelle mie vene, le negatività le respingo dalla mia quotidianità, oggi cerco di affrontare i problemi con un sorriso. Mi sento davvero fortunata, in passato non mi rendevo conto di esserlo, indossavo un paio di occhiali con la gradazione sbagliata, vedevo tutto offuscato, ero confusa e non sapevo chi fossi veramente. Mi ero annullata per soddisfare le aspettative altrui ed ero intrappolata in un vortice infinito di infelicità. Ho iniziato a scavare dentro me stessa, con grande coraggio mi sono tuffata nel mare profondo dell’anima, nonostante non sapessi nuotare. Col tempo ho imparato a conoscermi, ad accettarmi ed ho incontrato una donna fragile come un cristallo ma la cui estrema purezza la rende ancor più rara e preziosa.

E’ un’esperienza meravigliosa prendersi cura di se stessi, medicare le proprie ferite, premiarsi…non sono mai stata così innamorata di nessuno, è un’emozione completamente nuova per me. Non c’è nulla di egoistico nel volersi bene, bensì è il punto di partenza per riuscire ad amare anche gli altri.

E visto che mi voglio tanto bene, ieri ho preparato dei biscotti che mi riportano nella mia terra, preparati con ingredienti semplici e senza burro e uova. La ricetta originale non prevede il cacao ma è stata un’ottima idea perché si abbina perfettamente con le mandorle. I Roccocò devono essere duri, croccanti al morso, per questo motivo vanno prima inzuppati nel vino o nel liquore, io personalmente li preferisco nel latte e caffè. Mhhh…vi assicuro che sono una specialità! E detto questo non mi resta che augurarvi un felice e sereno Natale!!!!

Difficoltà media

Tempo di preparazione: 15 minuti

Tempo di cottura: 60 minuti circa

Dosi per 20 Roccocò (lunghi 10 cm e larghi 1-2 cm)

Ingredienti:

  • 470 g di farina “00”
  • 30 g di cacao amaro in polvere
  • 450 g di zucchero semolato
  • ½ bicchiere circa di acqua fredda
  • 1 cucchiaio di olio
  • 200 g di mandorle
  • Noce moscata in polvere, a piacere
  • Cannella in polvere, a piacere
  • Buccia grattugiata di un’arancia
  • 2 g di carbonato di ammonio
  • Un pizzico di sale

Preparazione:

  1. Tritate grossolanamente 100 g di mandorle, i restanti 100 g li userete interi.
  2. In una terrina capiente, versate tutti gli ingredienti ed impastate con le mani. La quantità d’acqua è variabile, aggiungetene poca per volta in modo da avere un impasto morbido ma non troppo appiccicoso.
  3. Dividete l’impasto a metà e create due filoncini lunghi 15 cm e larghi 2-3 cm. IMG_20141221_160911
  4. Infornate a 200 gradi C per 7 minuti, poi abbassate la temperatura del forno a 180 °C. Dopo 30 minuti, tagliate i filoncini in tante fette larghe 2 cm. Rimettete i biscotti in forno per altri 20 minuti.

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Questi biscotti si conservano per moltissimo tempo, per mantenerli fragranti teneteli in un contenitore con chiusura ermetica.

Di nuovo, BUON NATALE!!!

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venerdì 28 dicembre 2012

Gli Struffoli e la ricetta per la Felicità

Ischia - Corro corro…verso la mia meta. E continuo a correre ogni giorno per le vie del mondo. Ieri negli USA, oggi nella mia cara Italia. Dimentico il passato e protesa verso il futuro guardo l’orizzonte in questa tiepida mattina di dicembre, mentre il sole sorge dal mare…

Dovrei esser felice oggi che il cielo è azzurro. Oggi che sono più forte. Oggi che non ho più voglia di far finta che vada tutto bene. Oggi che non ho più paura dei miei limiti e delle mie fragilità. Adesso che ho voglia di vivere! Me ne stavo andando via…ma poi ho capito che è meglio combattere che lasciarsi morire. Il peggio è passato e ho ripreso a sognare, a esplorare il mondo con gli occhi di una bambina, con lo sguardo e l’entusiasmo di chi vede qualcosa per la prima volta.

Felicità…qualcosa che tutti rincorrono ma pochi hanno la forza per raggiungerla. Io invece rischio di esser felice. E rido, sorrido fino a farmi mancare il respiro. Dalla scorsa “ricetta” la nebbia si è in parte dissolta. Ero confusa ma dentro di me già sapevo cosa volevo, dovevo solo trovare il coraggio per ammetterlo a me stessa. Si, perché ci vuole CORAGGIO per rimettersi in gioco, per prendere delle scelte che dalla maggior parte delle persone sono ritenute stupide e sbagliate. Non ho più bisogno dell’approvazione degli altri e inizio a vivere in modo più leggero. Sono libera dalle aspettative altrui.

Riprendo a scrivere adesso che ho liberato la mia mente dai pensieri negativi. Ora che ho imparato anche a non pensare. E ritrovo così la mia Passione, vado in cucina e faccio qualcosa anche per me. Si perché sinora mi sono sempre nutrita della soddisfazione degli altri. Grave errore...mettendomi da parte mi sono annullata. E allora da oggi in poi i miei dolci non dovranno più soddisfare in modo esclusivo i desideri altrui ma anche e soprattutto i miei! Questa è la mia ricetta per la felicità.

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Difficoltà: media

Tempo di preparazione + cottura: 3 ore

Ingredienti per 20 persone:

  • 4 uova sbattute
  • Limone e arancia grattata
  • 160-200 g di burro ammorbidito
  • 10 cucchiai di zucchero
  • Farina quanto assorbe (quasi mezzo chilo)
  • 1 bottiglia di olio di semi
  • 500 g di miele millefiori
  • Canditi misti
  • Diavoletti

Preparazione:

  1. Impastate in ordine le uova sbattute, il burro, la buccia grattugiata del limone e dell’arancia, lo zucchero, il lievito e la farina setacciata. Fate riposare almeno due ore.
  2. Fate tante palline e friggetele in olio di semi.
  3. Fate sciogliere in una pentola larga a fuoco basso il miele fino a farlo diventare bello liquido, aggiungete il succo di un’arancia. Versate nella pentola tutti gli struffoli e girate in modo da far assorbire il liquido. Spegnete e versate in un piatto. Cospargete di diavolini e canditi.

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Trucchi per l’ottima riuscita degli struffoli:

  • Aggiungete all’impasto mezzo cucchiaino di lievito in modo che le palline vengano belle morbide e non dure.
  • Preparate l’impasto il giorno prima in modo che riposi almeno 8 ore.
  • Le palline tendono ad ingrandirsi una volta fritte, fatele quindi molto piccoline.
  • Gli struffoli una volta fritti possono anche non esser ripassati subito nel miele, l’importante è che non vengano coperti. In generale i fritti coperti tendono ad ammorbidirsi e perdono la loro croccantezza.
  • Attenti alla temperature dell’olio! L’olio non deve fumare ma deve essere abbastanza caldo in modo che gli struffoli vengano croccanti e non assorbano l’olio.
  • Per non fare assorbire l’olio una volta fritti poneteli su carta assorbente.
  • N.B: Gli struffoli si mantengono anche per settimane a temperatura ambiente.

Ultima ricetta del 2012…auguro a tutti voi una dolce chiusura e un 2013 pieno di Felicità!

domenica 4 dicembre 2011

Dolce con i fichi secchi e le nocciole

Dolce-ai-fichi-e-nocciole

Continua con grande soddisfazione la mia collaborazione con lo Chef Gianni Mattera. Questa settimana sul blog “La nostra Ischia” vi presentiamo il procedimento per la realizzazione dei fichi secchi. Tutto è iniziato la settimana scorsa quando riflettendo sul nostro nuovo articolo lo Chef mi ha parlato di un processo di mantenimento alimentare: la colatura delle alici. Gianni mi ha raccontato degli antichi pescatori ischitani che usavano condire la pasta con il liquido che fuoriusciva dal processo di salatura.  Ho pensato subito che fosse interessante ma presa dall’atmosfera natalizia gli ho lanciato un’altra mia idea: “Chef ma cosa ti viene in mente se pensi ai fichi secchi? Io rivado indietro negli anni, quando ero bambina e in casa si preparavano i fichi ripieni (e’ chiuppetelle) di nocciole, noci e bucce di mandarino, si ricoprivano di cioccolato fondente e poi venivano infornati. Con nostalgia ripenso a quei momenti di festa in cui insieme a tutta la famiglia si gustavano questi frutti così prelibati…”. Insomma, devo avergli fatto davvero molta tenerezza perché dopo neanche un giorno, con mia grande sorpresa, mi manda per e-mail il video di una sua intervista alla Zia Graziuccia (Grazia Di Scala) che da sempre gli prepara i fichi secchi. Mi sono emozionata ad ascoltare il vero ed antico procedimento ischitano, grazie Gianni!!! Ma c’era ancora qualcosa che mancava, oltre la versione del lato di Serrara Fontana desideravo avere anche il contributo del mio comune (Forio), ho quindi chiamato immediatamente il mio papà e dopo neanche un paio di ore avevo anche la variante foriana. Ma vi rendete conto di quanto sia variegato il panorama gastronomico della nostra isola?

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Per la descrizione del processo di essiccazione dei fichi secchi vi rimando al mio articolo pubblicato nel blog “La nostra Ischia”.

Per chi invece volesse sapere di più su come godere di questi magici frutti vi riporto la ricetta di un dolce natalizio dell’antica tradizione ischitana e che io trovo divino. I nostri antenati usavano il miele al posto dello zucchero, la sugna invece del burro e insaporivano il tutto con le spezie (cannella, chiodi di garofano, noce moscata e zenzero), risultava quindi un dolce più carico e adeguato ai tempi, io ho leggermente innovato la ricetta per renderla più consona al nostro stile di vita.

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Sta diventando davvero avvincente andare alla ricerca delle vecchie tradizioni ischitane, scoprire i segreti delle generazioni passate e tramite il blog far si che non vadano persi. Sono entusiasta di questo lavoro portato avanti con amore e spirito di collaborazione, ringrazio quindi lo Chef e tutti coloro che contribuiscono al suo blog.

Difficoltà: bassa

Dosi per 8 persone

Ingredienti:

  • 200 g di fichi secchi
  • 60 g di nocciole spellate e tostate
  • 150 g di zucchero
  • 3 uova
  • 80 g di farina
  • 60 g di burro a temp. ambiente
  • ½ cucchiaino di lievito in polvere
  • Da 50 a 100 ml di vino dolce

Attrezzatura:

  • fruste elettriche
  • mixer
  • stampo per plumcake

Preparazione:

  1. Preriscaldate il forno a 180 °C (statico+ventilato).
  2. Tritate le nocciole grossolanamente. Tagliate i fichi a pezzettini.
  3. Montate i tuorli con lo zucchero per circa 5 minuti o fino a quando non diventano chiari e spumosi.
  4. Aggiungete il burro ed il vino (io ho usato il marsala), amalgamate.
  5. Usando le fruste pulite ed un’altra terrina montate gli albumi.
  6. Unite al composto la farina setacciata con il lievito ed infine gli albumi montati.
  7. Imburrate ed infarinate uno stampo da plumcake e versateci il composto.
  8. Infornate per circa 30-40 minuti, controllate come sempre la cottura con uno stuzzicadenti.
  9. Sfornate e fate raffreddare.
  • Il dolce può essere conservato per diversi giorni.
  • Perfetto se gustato con un buon bicchiere di Passito di Pantelleria (suggerimento dello Chef).

Con questa ricetta partecipo al Contest “Ricette delle feste fra tradizione e innovazione” del sito di Ricette della Nonna.

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Fonte della ricetta: ll Natale della Memoria – Stampato dalla Tipolitografia “Epomeo”. Forio, 1998

martedì 26 aprile 2011

La Pastiera Napoletana

Dico sempre che la passione per la cucina non mi è stata trasmessa da mia madre tantomeno da una nonna, è qualcosa di innato in me. Ma per la pastiera il discorso è diverso, è stata mia madre a insegnarmi a prepararla. Ero ancora una bambina quando con curiosità osservavo mamma e zie trafficare in cucina e le chiedevo di poterle aiutare, inizialmente mi lasciavano mescolare la crema o giocare con la pasta frolla. Nel corso degli anni il mio aiuto è diventato sempre più importante ed oggi ricordo con affetto i chili di ricotta sbattuti a mano e il profumo di fiori d’arancio che invadeva le nostre case. Quest’anno per pasqua sono riuscita a tornare nella mia cara isola d’Ischia e mia madre con tanta gioia ha delegato completamente a me la preparazione delle pastiere (quest’anno sono arrivata soltanto a quota 7!).

Devo ammettere che in passato non amavo la versione originale e passavo sia grano che canditi. Poi con gli anni i gusti cambiano ed ho imparato ad apprezzare l’original. I ricordi più piacevoli sono legati ai momenti in cui la famiglia si riuniva per il giorno di pasqua e pasquetta, ognuno portava la sua pastiera e con tanta fatica dovevamo provare un pezzetto di tutte per poi designare la nostra preferita. C’era chi la cuoceva nel forno a legna, chi ometteva i canditi, chi usava la crema pasticcera. Ma la ricetta che condivido oggi con voi è speciale, mi è stata tramandata da mia zia Maria ed io non la cambierei per nulla al mondo perché questa, cari lettori, è quella vera, la Signora Pastiera!

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Vi piace la pastiera ma pensate che sia troppo difficile da preparare? Ebbene io vi dimostrerò che non è per nulla complicato, vi seguirò passo dopo passo nella sua preparazione, spiegandovi in modo chiaro e dettagliato tutti i procedimenti. Siete pronti? Allora iniziamo.

Attrezzatura necessaria:

  • ruoto per pastiera di 26 cm di diametro
  • mattarello
  • sbattitore

Tempo di Preparazione: 2 ore

Difficoltà: media

Dosi per 1 pastiera

Ingredienti

per la Pasta Frolla:

  • 500 g di farina 00
  • 250 gr di burro
  • 4 tuorli (70-80 g)
  • 200 gr di zucchero
  • limone grattugiato
  • 1 pizzico di sale

per la crema di grano:

  • 280 g di grano cotto (1/2 barattolo)
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 250 dl di latte intero
  • 25 g di burro
  • bucce di limone

per la crema di ricotta:

  • 5 uova
  • 350 g di zucchero
  • 350 g di ricotta di pecora
  • 150 g di frutta candita (cedro, arancia, zucca candita)
  • 2 cucchiaini di essenza di millefiori
  • cannella

Preparazione:

Prima di tutto è necessario preparare la Pasta frolla (per avvantaggiarvi potete farla anche il giorno prima).

1) Preparazione della Pasta Frolla: Fate una fontana con la farina, lo zucchero e un pizzico di sale. Ponete al centro le uova, il limone ed il burro a temperatura ambiente, a pezzetti. Amalgamate il tutto con le mani fino quando non otterrete una pasta morbida e compatta come nella foto. A questo punto potete mettere la pasta frolla nel frigo coperta con la carta velina per ALMENO 30 minuti. Mentre fate riposare la Pasta Frolla, preparate il ripieno.

2) Preparazione della crema di grano: versate il grano in una pentola con il latte, 2 cucchiai di zucchero, burro e bucce di limone. E' necessario che si asciughi per bene (ci vogliono almeno 20-30 min). Fate raffreddare.

3) Preparazione della crema di ricotta: Sbattete la ricotta con lo zucchero, aggiungete i tuorli, la crema di grano, la frutta candita, l’essenza di millefiori (se vi piace anche la cannella) e infine il bianco montato a neve.

4) Assemblaggio finale: una volta preparato il ripieno, prendete la pasta frolla dal frigo, e stendetela con un mattarello. La grandezza della pasta deve essere superiore alla circonferenza della teglia.

20 settemre 2008 (14) modificata

Una volta stesa la pasta usatela per coprire completamente la tortiera. Tagliate i pezzetti di pasta frolla superflui, e uniformate i lati. Versate all’interno il composto preparato precedentemente, facendo in modo da non coprire completamente il bordo di pasta frolla. Con la pasta frolla rimanente fate delle striscioline e attaccatele ai lati aiutandovi con una forchetta. 

5) Infornate la pastiera a 180 gradi (statico+ventilato) per un'ora, in modo che l’interno sia cotto ma non troppo asciuto e la frolla abbia un colorito dorato.

Una volta raffreddata e pronta per essere mangiata! Questa torta si conserva per più di una settimana. La potete anche congelare a fette e gustarla quando desiderate.

Mi auguro che abbiate trascorso una Pasqua serena in compagnia dei vostri cari.

Al prossimo “pasticcio”…

Elly

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domenica 10 aprile 2011

Delizie al Limone

Ci sono cose che non si possono spiegare a parole: sensazioni, ricordi, che rimangono vivi dentro e che basta un profumo o un sapore per risvegliare.

E io voglio ricordare. Prendo carta e penna e con impegno provo a elaborare una ricetta. Il pan di spagna deve potersi bagnare e reggere la crema senza rompersi, opto allora per una “massa pesante” e una preparazione a freddo. La crema deve ricordarmi i frutti della mia isola, nulla che possa distogliermi dal sapore aspro dei limoni, elimino la panna e ogni forma di latticino. Si, mi dico, così potrebbe andar bene, allora forza, incominciano le sperimentazioni.

Eccoli i ricordi, arrivano, è inutile scacciarli, bisogna accoglierli anche se non piacevoli. Mi dico che forse questo è l’unico rimedio. C’è stata una volta in cui ho realizzato una fantastica Torta Delizia al Limone, doveva essere un momento di festa. Da allora non l’ho più preparata ma è arrivato il momento di associare queste Delizie a ricordi più piacevoli. Con le lacrime nel cuore sbatto con energia i tuorli insieme allo zucchero, elimino ogni attrezzo elettrico e sfogo tutta la mia rabbia. Un misto di sentimenti inspiegabili mi invade. Mille interrogativi affollano la mia mente, a cui però non riesco a dar risposta. Inforno le mie “creature” e mi accingo a preparare la crema. In un’altra vita devo esser stata cuoca, sennò mi spiegate come mai riesco a sentirmi me stessa solo in cucina? Questo è un luogo magico, dove le sostanze si mescolano e acquistano gusto e profumo. Finisco le delizie un po’ stanca e frastornata ma soddisfatta. Da sola, nel silenzio della casa, trasferisco la delizia su un piatto e la decoro con cura. Eccola lì, la Delizia al Limone “a modo mio”, un dolce tradizione che vi presento in una veste diversa. Da oggi avrà per me un sapore più dolce e per nulla amaro…strano come la storia di ognuno di noi sia incisa nei sensi. Con curiosità assaggio la mia opera…finalmente mi sento pervasa da una sensazione di beatitudine.

delizia al limone 

Difficoltà: media

Attrezzature: stampini cilindrici*

Dosi per 5 delizie

Ingredienti

Pan di Spagna:

  • 150 g uova sgusciate (110 g di albume e 50 g di tuorli)
  • 150 g zucchero
  • 150 g farina 00
  • 1 limone non trattato

Crema al limone (senza lattosio e glutine):

  • 300 g acqua
  • 200 g zucchero
  • 1 limone
  • 1 uovo intero e 2 tuorli
  • 30 g di fecola di patate (o amido di mais)

Bagna al limoncello:

  • 200 g di acqua
  • 100 g di zucchero
  • Un limone
  • Limoncello

Copertura esterna:

  • Crema al limone
  • 200 g panna fresca
  • Limoncello

Preparazione del pds:

  1. Preriscaldate il forno a 180 ° C.
  2. Sbattete i tuorli con 100 g di zucchero (per circa 10 minuti). Aggiungete la scorza grattugiata di un limone non trattato.
  3. Montate gli albumi a neve ben ferma aggiungendo gradualmente 50 g di zucchero.
  4. Aggiungete al composto di tuorli la farina setacciata, infine gli albumi montati.
  5. Imburrate e infarinate gli stampini* e versate il composto. Infornate per circa 20-25 minuti.

Preparazione della crema:

  1. Versate l’acqua in un pentolino. Unite lo zucchero, il succo di limone con la sua buccia grattugiata. Mescolate bene.
  2. In un piatto sbattete con una forchetta l’uovo intero e i 2 tuorli e versate nella pentola.
  3. Unite infine 30 g di fecola e cuocete a fuoco basso mescolando con un cucchiaio di legno o frusta fino a quando la crema non si addensa (ci vogliono pochi minuti).
  4. Fate raffreddare la crema in frigorifero ricoperta con una pellicola trasparente.

Preparazione della bagna al limoncello:

Sciogliete in un pentolino lo zucchero con l’acqua, fate bollire con la buccia del limone. Quando si è raffreddato aggiungete del limoncello a piacere.

Preparazione della copertura:

Unite alla crema di limone 200 g di panna montata e un po’ di limoncello (1 bicchierino).

Assemblaggio finale:

Con un coltello eliminate la parte finale delle delizie, togliete in po’ della mollica interna e riempitele con la crema. Ponetele su un vassoio e versate la bagna al limoncello e infine ricoprite con la salsa esterna. In alternativa potete glassarle con del cioccolato bianco (come nella foto).

*vanno bene anche gli stampini di alluminio cilindrici.

mercoledì 23 febbraio 2011

Le Chiacchiere (o Nocchette) di Carnevale

Scroll down for English version

C’era una volta, su un’isola verde, una donna dai capelli color rame e la carnagione candida come il latte. Per Carnevale usava preparare dei dolcetti conosciuti come “chiacchiere”, le sue erano le più buone del paese di Forio. Si distinguevano per lo spessore e la croccantezza e venivano annodate prima di esser fritte, per questo motivo le chiamava Nocchette. La cara signora le preparava tutti gli anni, le spolverizzava di abbondante zucchero a velo e le portava ai suoi nipotini, due gemelli che apprezzavano sempre le prelibatezze della loro cara zietta e spazzolavano via tutto in meno di 24 ore!

Ora questi gemellini sono cresciuti e non vivono più sull’isola verde, ma durante il carnevale rivivono con la mente quei momenti speciali.

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Oggi vi presento un dolce della mia infanzia, nonché tradizionale dell’isola d’Ischia. Da bambina il martedì grasso lo ricordo come un giorno ricco di prelibatezze e tanto divertimento. Mia madre usava vestirmi da principessa o regina, pensando di farmi felice e non immaginava che in realtà il mio desiderio era quello di emulare mio fratello. Non appena ho conquistato un po’ di autonomia, intorno agli 11 anni, ho incominciato a travestirmi da punk. Ero un vero maschiaccio e mi divertivo a strappare i jeans e le camicie, poi li decoravo con gli spray, indossavo catene, finti pearcing e infine mi truccavo con colori accesi. E che dire delle lotte di quartiere? Ebbene si, i punk di San Vito contro quelli di Monterone, un vero delirio per le strade di Forio!!! ;D

In questo periodo sono molti i motivi per festeggiare e trascorro molte notti in cucina a pasticciare e sperimentare. Per la laurea di una mia amica ho deciso di prepararle le Nocchette della mia cara zia Graziella, una donna speciale che anche se lontana mi fa sempre sentire il suo affetto.

Le Chiacchiere o Nocchette

di Zia Graziella

Difficoltà: bassa

Ingredienti:

  • 4 uova grandi (300 g con guscio)
  • 8 cucchiai (80g) di zucchero
  • 100 g di burro
  • 500 g di farina 00
  • Scorza grattugiata di un limone
  • Un cucchiaino di lievito
  • Un pizzico di sale
  • Olio di semi per friggere
  • Zucchero a velo per decorare

Preparazione:

  1. Setacciate la farina e il lievito su un piano da lavoro e formate una fontana con un buco al centro. Aggiungete lo zucchero semolato, un pizzico di sale, le uova intere e il burro ammorbidito (non fuso!).
  2. Con una forchetta incorporate pian piano la farina. Impastate fino ad ottenere una palla liscia e morbida. Coprite con la pellicola trasparente e fate riposare in frigo per almeno 30 minuti.
  3. Stendete la pasta sottile, circa 0,3 cm e usate un coltello o un tagliapasta per fare delle strisce. A questo punto fate dei nodini.
  4. Riscaldate l’olio e friggete le nocchette fino a che non diventano dorate. Scolatele e ponetele sulla carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
  5. Una volta raffreddate spolverizzatele di abbondante zucchero a velo.

Suggerimenti:

  • Conservate le nocchette in un contenitore ermetico.
  • Le nocchette possono essere servite con un vino dolce, come il Passito, Moscato e semplicemente uno Spumante.

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English Version

Italian Fried Knots

Chiacchiere, or fried knots, are typical dessert prepared in Italy in the occasion of Carnival.

Ingredients:

  • 4 big eggs
  • 8 tbsp caster sugar
  • 100 g/ 3.5 oz butter, at room temperature
  • 500 g/ 1.10 lb all purpose flour
  • Grated zest (yellow part only) of a lemon
  • 1 tsp baking powder
  • A pinch of salt
  • Vegetable oil, for deep frying
  • Powdered sugar, to decorate

Directions:

  1. Sift the flour and baking powder onto a work surface and make a well in the center. Add the sugar, a pinch of salt, the whole eggs and the butter.
  2. With a fork incorporate the flour, knead the dough until it is smooth and elastic. Form a ball, wrap and chill for at least 30 minutes.
  3. Roll out the dough on a lightly floured surface to a thickness of 0,3 cm. With a pastry wheel or knife, cut the dough into strips, gently tie each strip into a knot.
  4. Preheat the oil in a pan and fry in it the knots until they become golden. Put them on absorbent kitchen paper in order to remove the excess of oil.
  5. When cool, sprinkle with powdered sugar.

Tips:

  • Store in airtight container at room temperature.
  • Nocchette can be served with some sweet wine, like Passito, Moscato o simply with Spumante.

venerdì 31 dicembre 2010

Parmigiana di Melanzane al Cioccolato

(senza glutine*)

parmigiana al cioccolato4 

La fine dell’anno è il momento dei resoconti e dei buoni propositi. Di progetti ne ho molti ma personalmente trovo difficile fare un bilancio del 2010, tendo sempre a guardare avanti e a non godere dei miei successi. Una persona un giorno mi descrisse come “un sacco di patate che perde”, finché non provvedo a rammendare il foro non imparerò mai ad assaporare pienamente le mie vittorie e i miei traguardi. Ma dove sono ago e filo? Come posso aiutarmi?

Per curiosità sbircio archivio di Dolce Mania e leggo l’ultima ricetta del 2009, l’anno scorso mi trovavo a Ischia e avevo preparato le Macine per una mia amica. Ecco che affiorano i ricordi… mio marito adesso sarebbe determinante, quell’uomo ha un dono, con le sue parole riesce sempre a portarmi con i piedi per terra e a farmi riflettere su tutti gli obiettivi raggiunti. Lui è il mio primo ammiratore e non si stanca mai di fare il tifo per me. Peccato che a me non basta, nella vita voglio prima di tutto essere io fiera di me stessa.

Come un marinaio provo a fare il “punto nave”, quest’ultimi due anni ho imparato ed ho sbagliato. Ho scoperto la mia grande forza e determinazione, la bellezza e dolcezza interiore. Ho conosciuto una Elsa che non sapevo esistesse. Ho capito che lamentarsi non serve, ho incominciato ad Agire! Ed ho imparato ad ascoltarmi, a tuffarmi nel mare della vita. La serenità interiore è stata una conquista importante, ora osservo il mondo con occhi diversi, è pieno di colori ed io sto incominciando ad apprezzarli tutti. Ho subito dei duri colpi e sono consapevole che ci saranno altri momenti di caduta ma ora riesco a capirli, interpretarli e superarli, ho la sensazione di poter scavalcare qualsiasi ostacolo mi si presenti davanti. Ma ho ancora molto da imparare, ad esempio a complimentarmi con me stessa per tutti i cambiamenti che riesco ad attuare, anche per i più piccoli. L’augurio che mi faccio quindi per il 2011 è di riuscire a migliorarmi ma soprattutto ad accettarmi, perché non c’è cosa più bella che volersi bene!

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Per il  cenone di Capodanno vi suggerisco un dolce singolare. La parmigiana al cioccolato è una ricetta antica di cui esistono diverse versioni. Si tratta di un dolce della costiera amalfitana che mia nonna preparava nelle festività natalizie. Erano anni che mio padre mi chiedeva di preparargliela ma mentalmente ero restia all’accostamento del cioccolato con la melanzana. Ma vi garantisco che il risultato finale è stato sorprendente: ottimo bilanciamento di sapori, la dolcezza della melanzana si sposa benissimo con il cioccolato fondente. Per quanto riguarda le consistenze, la morbidezza della melanzana contrasta perfettamente con la croccantezza data dalle mandorle e dalle nocciole del torrone…mhhh….vi dico solo che mi sono sentita male per quanto ne ho mangiata!!! :D

Ingredienti per 6 persone:

  • 600 g di melanzane
  • 200 g finissimo Cioccolato Fondente Caffarel
  • 200 g torrone nocciolato (tipo Pepitas gianduia al latte con nocciole intere della Pernigotti)
  • 100 g mandorle sgusciate (bianche)
  • 100 g marmellata arancia o albicocca
  • Arancia candita a cubetti o in alternativa gli Amaretti sbriciolati
  • Olio per friggere (q.b.)

Preparazione:

  1. Tagliate le melanzane a fette sottili, friggetele in abbondante olio caldo e mettetele a sgocciolare in uno scolapasta con sotto un piatto fondo, alternate le fette con della carta assorbente (meglio se per 12 ore in modo che l’olio in eccesso sia scolato per bene).
  2. Scaldate il forno a 180 °C, una volta raggiunta la temperatura infornate le mandorle sgusciate che avrete posto intere in una teglia. Dopo 15-20 minuti sono tostate. Sfornatele e una volta raffreddate tritate 2/3 grossolanamente.
  3. Spezzettate il cioccolato e il torrone e scioglieteli a bagnomaria fino ad ottenere una crema liscia.
  4. Sul fondo di una teglia spalmate uno strato di cioccolato, poi fate uno strato di melanzane. Distribuite le mandorle tritate e la marmellate. Poi procedete di nuovo con il cioccolato, le melanzane, ecc.
  5. A vostro piacere potete aggiungere alla parmigiana i canditi o gli amaretti sbriciolati.
  6. Decorate infine con le mandorle intere tostate che non avete tritato e i canditi.
  7. Adesso avete due alternative:
      1. infornate la teglia a 160 °C per 15 minuti e gustatela una volta raffreddata;
      2. oppure mangiatela subito!!!

I miei segreti per la riuscita perfetta…

  • Quando tritate le mandorle usate il frullatore a intermittenza in modo che non diventi una poltiglia a causa della separazione dell’olio.
  • Per sciogliere il cioccolato a bagnomaria versate in un tegame 2-3 cm di acqua e mettete sopra un pentolino o una ciotola resistente al calore con dentro il cioccolato. Riscaldate l’acqua (che mi raccomando non dovrà mai bollire!!!) e mescolate il cioccolato nella terrina in modo che si sciolga uniformemente.
  • Nel bagnomaria fate attenzione che neanche una goccia d’acqua entri a contatto con il cioccolato, altrimenti si rapprende e dovrete buttare via tutto!

*Per i celiaci: acquistate gli amaretti senza glutine o ometteteli. Per una maggiore sicurezza confrontate le marche permesse nel Prontuario AIC dei prodotti senza glutine.

parmigiana al cioccolato4

Tanti auguri dolciosi

di Buon Anno!!!

venerdì 24 dicembre 2010

Biscotti di farina gialla alle nocciole

(senza glutine*)

pallina gialla con nocciole2

Erano le 14 di ieri pomeriggio quando mi sono messa in viaggio per trascorrere le vacanze natalizie con la mia famiglia. Una tappa veloce a Orte per “caricare a bordo” mio fratello ed è incominciata la nostra Odissea. Siamo rimasti bloccati nel traffico per ben 7 ore ma cosa peggiore si è realizzato l’incubo di qualunque ischitano: i traghetti non partivano per colpa del mal tempo!!! Argh…no, bisognava trovare un modo, anche a nuoto io avrei raggiunto la mia isola!!! Alle 22.00 finalmente un comandante coraggioso ha deciso di farci imbarcare. Il vento era molto forte ed ho avuto paura, l’esperienza mi ha però insegnato che per non soffrire il mal di mare basta semplicemente dormire e non è stato per nulla difficile visto che ero in piedi dalle 5!!! Era l’una di notte quando siamo giunti alla meta e nonostante la stanchezza la gioia è stata immensa. Ebbene, ora che sono qui mi voglio godere ogni singolo attimo con la mia famiglia. Stasera è previsto il classico cenone della vigilia con zii e cugini e per una volta… non cucino io!!! ;D

Ora vi starete chiedendo “Elly ma cosa ci proponi per Natale?”, ovviamente un dolce della memoria, dei biscottini gialli con nocciole glassati con un eccellente cioccolato piemontese. Dopo il grande successo dell'attività Decora la tua Pasqua con Caffarel (io ho partecipato presentando un uovo di cioccolato a forma di maialino) l’azienda ha deciso anche per il Natale di coinvolgere i più conosciuti food blogger in una nuova iniziativa: Natale con il cioccolato Caffarel! Anche io ho sono stata contattata per postare la mia idea per un Natale cioccolatoso!

E così... Il cioccolato Caffarel diventa, oltre che un'immancabile protagonista delle feste nelle pasticcerie, anche un must di questo Natale sul web!

Che altro dirvi, auguro a tutti un sereno Natale in compagnia delle persone a voi più care e mi raccomando… mangiate tanto cioccolato, Caffarel ovviamente! :D

pallina gialla con nocciole3

Ingredienti:

  • 180 g farina di mais tipo fumetto (farina gialla per polenta)
  • 100 g burro
  • 40 g nocciole
  • 70 g zucchero
  • 2 tuorli d’uovo, 45 g

Per la copertura:

  • 100 g cioccolato fondente Caffarel

biscotti gialli con nocciole

Procedimento:

1. Scaldate il forno a 180° C. Tostate le nocciole per 15 minuti, fatele raffreddare e poi tritatele.

2. Lavorate il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema omogenea, poi aggiungete la farina a pioggia e i tuorli uno alla volta.

3. Incorporate le nocciole tritate. Formate con l’impasto delle palline e disponetele sulla placca ricoperta di carta da forno. Ponete i biscotti nel forno già caldo a 180 °C per circa 10 minuti.

4. Togliete i biscotti dal forno e lasciateli raffreddare su una gratella. Sciogliete il cioccolato e bagnomaria e versatelo sui biscotti. Fate solidificare il cioccolato a temperatura ambiente.

NB: Questi biscotti si manterranno per diversi giorni in una scatola di latta.

* Per i celiaci Caffarel offre una vasta gamma di prodotti senza glutine, scaricate il PDF dei prodotti presenti nel prontuario dell’AIC che troverete nel seguente link: http://www.caffarel.com/tool/home.php?s=0,1,4,138,139.

Buon Pasticcio e Auguri Dolciosi

dalla vostra Elly

sabato 4 settembre 2010

Babà napoletano al rum: ricetta facile per farlo a casa

 

 

Ischitana DOC, con il sangue partenopeo, fino ad oggi non avevo mai fatto il babà. Roba da non crederci, ma a me non piace! L’ho mangiato in mille versioni, al rum, al limoncello, farcito con la crema, grande, mini, insomma ad Ischia si trova per tutti i gusti. In realtà non è che non mi piace, la verità, confesso, è che nelle pasticcerie ischitane ci sono così tante altre “pastarelle” buone che alla fine preferisco prendere una frolla (sfogliatella con la pasta frolla), una coda d’aragosta o la mitica delizia al limone.

Ma dopo anni di latitanza e di richieste andate a vuoto finalmente mi sono decisa. Non penso di essere stata egoista, infondo è normale per me realizzare dei dolci che oltre a compiacere le persone a me care appaghino anche il mio palato. Quando sto in cucina mi sento come una pittrice con di fronte una tela bianca, esprimo tutto il mio estro e la mia creatività. Non mi importa se poi la cucina sembri un campo da combattimento, ci penserò dopo a riordinare, in quel momento ciò che conta è la mia “creatura”. Però, affinché riesca a far venir fuori me stessa, ci devo mettere il cuore… in parole spicce il dolce m’ adda piacè!

Ho aspettato il momento giusto, in cui realmente mi andava di farlo, e quando è arrivato (ripeto dopo anni!) il risultato è stato così soddisfacente che lo avrei divorato tutto io se non mi avessero fermata (non l’hanno fatto per me, ma perché avevano paura che li avrei lasciati a bocca asciutta!!! Hihihi).

Arriviamo al dolce, il babà necessita di una lunga lavorazione, meglio se con una impastatrice dotata di frusta a gancio (tipo Kenwood) una di quelle che tutti i foodblogger sognano, proprio come ha raccontato Jaio in un suo post “come rendere felice una foodblogger”. Ecco io purtroppo non sono dotata di questo attrezzo (molto costoso) e sto supplicando mio marito di regalarmelo, magari in occasione della mia laurea??? Per questo motivo ho usato il mio umile sbattitore con fruste e mi sono affidata alla ricetta di Gennarino, apportando delle leggere modifiche. Il mio è un mega babà, se volete potete dimezzare le dosi.

Attrezzatura:

  • normale sbattitore da cucina
  • stampo di 26 cm alto 15 cm

Dosi per 15 persone

Ingredienti:

  • 440 gr farina 0 (manitoba)
  • 6 uova
  • 22 g lievito di birra
  • 60 gr zucchero
  • 150 g burro
  • un pizzico di sale

Per la bagna

  • 1 litro d’ acqua
  • 400 g zucchero
  • la buccia di 2 limoni non trattato
  • 250 gr di rum

Per decorare: panna montata e ciliegie candite

Procedimento:

1 - Preparate il "lievitino" impastando il lievito di birra, 2 cucchiai di acqua, 50 gr di farina e 2 cucchiaini di zucchero (presi dal totale). Lasciate lievitare finché non è raddoppiato di volume.

2 - Preparate intanto la bagna facendo bollire per quindici minuti l’acqua con lo zucchero e la buccia di 2 limoni. Quando lo sciroppo è freddo aggiungete del rum a piacere (io ne ho usato 250 ml), stando attenti a non esagerare.

3 - Pronto il lievitino, travasatelo in una terrina e aggiungete la farina manitoba, lo zucchero e le uova intere. Date una prima impastata, in modo che gli ingredienti si amalgamino e aggiungete il burro morbido, un pizzico di sale. Lavorate con uno sbattitore a fruste per una trentina di minuti a media velocità. Io ho impastato per 15 minuti con lo sbattitore e altri 15 minuti a mano. L’impasto deve essere bello elastico.

4 - A questo punto, coprite la ciotola con un panno e lasciate riposare l'impasto in luogo tiepido fino a quando questo non avrà raddoppiato il suo volume. Versate l'impasto in uno stampo imburrato, quello da budino o ciambella. Fate lievitare di nuovo fino a quando non avrà raggiunto l’orlo (come nella foto).

5 - Nel frattempo riscaldare il forno (statico) con una temperatura di circa 180°. Trascorso il tempo di lievitazione, infornate nella parte più bassa del forno. Il babà è cotto quando assume un bel colore bruno dorato anche nella parte interna dello stampo. Controllate bene, quindi, prima di sfornare. Dopo 10 minuti ho abbassato la temperatura a 170°C e dopo altri 10 minuti a 160°C. Complessivamente l’ho cotto per 40 minuti.

6 - Una volta cotto sfornate e lasciate raffreddare.

7 - Inzuppate il dolce con la bagna intiepidita: Non togliete il babà dallo stampo, bucherellate la parte superiore, versate lo sciroppo lentamente fino a completo assorbimento. Fate riposare il babà 2 ore prima di guarnirlo.

8 - Riempite il buco della torta babà con crema o panna e decorate a piacere. Prima di servire tagliate il babà a fette e spruzzate con del rum a piacere.

VARIANTE per Babà Mignon

Con l’impasto formate delle palline e riempite gli stampini per circa 1/3. Fate lievitare fino a quando non si forma la cupoletta. Infornate per circa 20 minuti e una volta cotti immergeteli nella bagna e strizzateli leggermente. Accompagnateli con crema o panna.

SUGGERIMENTI E CONSIGLI PER LA RIUSCITA PERFETTA:
  • Lavorate l’impasto più tempo possibile, più la lavorazione è lunga meglio è.
  • Il babà va fatto lievitare in un posto tiepido e lontano da correnti d’aria. E’ importante che lieviti due volte, nel forno subirà una ulteriore terza lievitazione.
  • Potete prepararlo anche 1-2 gg prima, l’importante è che non lo bagnate.
  • Il babà va inzuppato fino a quando premendo sulla superficie fuoriuscirà della bagna.
  • La perfetta lievitazione si può controllare solo tagliando il babà, la fetta deve vere una bella alveolatura, ovvero dei buchetti e non deve essere compatta (vedi foto).
  • Se non lo servite subito inzuppate con metà bagna, l’altra metà la utilizzerete per bagnare le fette prima di servirle.

venerdì 25 giugno 2010

Le Graffe (o Krapfen) - Bomboloni

Un mesetto fa avevo una forte nostalgia di casa, era da tempo che non tornavo a Ischia e nonostante avessi degli esami da preparare ho deciso di partire (con i libri in valigia!). I miei genitori non sapevano nulla ed è stata una sorpresa vedermi bussare alla loro porta! ;D

Anche se quei giorni non li ho trascorsi al mare sono comunque stati meravigliosi perché ero coccolata dai miei cari, ogni tanto ci vuole, mi piace ritornare a fare la figlia. Incominciavo la giornata passeggiando sul lungomare, poi tornavo a casa e studiavo con uno spirito migliore, mi sentivo ricaricata, piena di energia.

E come vuole la tradizione al mattino si va in un baretto a Citara, di fronte al mare, dove la cara signora Lina sforna mille prelibatezze, tra cui le mitiche Graffe. Le sue sono assolutamente le migliori di Ischia, leggere leggere, si sciolgono in bocca e dopo averne mangiata una si è pronti per scalare una montagna, o nel mio caso per studiare un libro intero in un giorno!!! ;D

La sua ricetta è segretissima, ho provato a convincerla ma niente, non c’è verso, lei proprio non la vuole dare a nessuno, però ho capito che le sue graffe non sono come quelle napoletane poiché non hanno le patate e ho pensato che forse questo poteva essere il trucco per la loro leggerezza.

Ma secondo voi Elly si poteva arrendere? E no, testarda come sono dovevo riuscire a fare delle graffe buone almeno quanto le sue. Ho incominciato a pensare ai possibili ingredienti, ho sbirciato tra diversi blog su internet e una ricetta di Paoletta mi ha colpito, e ho deciso, questa è perfetta! Una domenica tra una pausa di studio e un’altra ho preparato le mie graffe. Con mio stupore sono venute benissimo al primo tentativo, erano strepitose, morbidissime, i miei genitori ne sono stati proprio contenti!

Oltre la ricetta vi lascio alcune foto scattate nel mio soggiorno a Forio…belle vero? Home sweet home…

forio 3

Ingredienti:

  • 300 g di farina (50% manitoba e 50% farina 00)
  • 1 uovo
  • 1 tuorlo
  • 16 g di lievito di birra fresco
  • 5 g di sale
  • buccia di 1 arancia piccola o limone
  • 60 g di burro
  • 50 g di zucchero
  • 25 g di latte (al bisogno)
  • olio di arachide per friggere

Per decorare:

zucchero semolato

Procedimento:

  1. Iniziate facendo un piccolo panetto, impastate 50 gr di farina presa dal totale, 50 gr di acqua ed il lievito. Mescolate in una ciotola quel tanto che basta per amalgamare e poi coprite con la pellicola. Fate lievitare per circa 30-40 minuti.
  2. Prendete il primo impasto e a mano o nell'impastatrice unite la farina 00, la farina manitoba, lo zucchero, le uova e il sale. A seconda delle farine se vedete che l’impasto è troppo sostenuto aggiungete un po’ di latte. Quando il tutto è ben amalgamato, aggiungete il burro morbido.
  3. Lavorare l’impasto vigorosamente (nell'impastatrice ci vorranno circa 20 minuti) sbattendolo, avvolgendolo, tirandolo, fino a formare un composto compatto ed elastico che si staccherà dalla tavola in un solo pezzo.
  4. Formate una pagnotta e lasciatela riposare in un luogo tiepido. Dopo circa 2 ore e 15 minuti riprendete l'impasto, poggiatelo sulla spianatoia leggermente infarinata e sgonfiatelo leggermente. Fate le pieghe del secondo tipo, ovvero prendete i lembi dell'impasto e portateli verso il centro. Fate riposare per altri 10 minuti coperto.
  5. Stendete l’impasto con un matterello e prendete delle palline di pasta, fate tanti salsicciotti e congiungete le due estremità facendo pressione con le dita.
  6. A questo punto avete due strade, farle lievitare coperte con un panno per un’altra ora oppure farle riposare in frigo per una notte in modo che l’impasto sia ancora più leggero, io ho scelto questa seconda opzione.
  7. Sistemate quindi le graffe su una vassoio cosparso di farina, copritele con la pellicola e mettete in frigo per tutta la notte. Il mattino dopo lasciatele 2 ore a temperatura ambiente.
  8. Prendete una padella e fate riscaldare dell’ olio di arachide a fiamma media (se avete il termometro per la frittura 170°). Mettete un pezzettino di pasta all’interno e quando inizierà a sfrigolare, mettete la graffe e fatele imbiondire su entrambi i lati facendo attenzione a non farle assumere un colorito marrone. Scolarle su carta assorbente, rotolarle infine nello zucchero.

venerdì 23 aprile 2010

Torta Caprese Bianca con Mattia Poggi su Alice Tv

Sto cercando di trovare le parole giuste per raccontarvi l’esperienza vissuta lunedì scorso, ma è difficile spiegare come mi sono sentita. Ero in una cucina a preparare una mia nuova versione della Caprese bianca al limone, ma non da sola e non a casa mia. Ero in compagnia di uno chef ligure conteso niente di meno da Jennifer Lopez e Madonna! Lui si chiama Mattia Poggi ed è un cuoco giovane e talentuoso. E’ stato allievo di Gualtiero Marchesi e presenta un programma culinario sul canale satellitare “Alice”. Nel suo programma “Mattia, detto fatto!” propone ogni giorno ricette della tradizione o leggermente rivisitate ed il weekend ospita una telespettatrice nella sua cucina. Qualche settimana fa Alice tv mi ha contattata per una collaborazione alla loro sezione di ricette gluten free e da qui è nata l’idea di presentare una mia ricetta per celiaci in trasmissione. E’ stata una giornata straordinaria, mi sono divertita un mondo e ho conosciuto delle belle persone.

alice mattIn questo giorno speciale non poteva non esserci il mio maritino che mi ha dato forza e coraggio, il suo supporto è stato per me essenziale. Quando sono arrivata nello studio ero un po’ nervosa anche perché ho saputo che la puntata sarebbe stata in diretta sul web, avevo paura di sbagliare o di essere impacciata. Ma le persone dello studio sono davvero squisite ed è bastato poco per calmarmi.  Mentre attendevo il mio turno ho anche incontrato Mattia che si è subito presentato come un ragazzo semplice e alla mano. Dopo una chiacchiera con lui sono passata al trucco e poi con Paola ho controllato che in cucina ci fossero tutti gli ingredienti e gli utensili per la ricetta. Ho messo il microfono, ultime battute e si è iniziato a registrare: 3, 2, 1, via! Nel momento in cui si sono accese le telecamere ammetto di essermi sentita un po’ tesa,. Sorriso plastico e ho pensato: “oddio Elsa forza dì qualcosa!”. Ma una volta incominciato a parlare mi sono sciolta completamente e come un fiume in piena ho raccontato a Mattia della mia vita e della mia ricetta. Cercavo di non pensare alle telecamere e immaginavo di essere da sola in cucina con lui mentre gli mostravo come preparare il mio dolce, proprio come faccio con voi tramite il blog. Il tempo è volato e una volta terminata la registrazione sono rimasta sorpresa per quanto sia piaciuta la mia torta a Mattia e allo Staff, l’hanno divorata in pochi minuti. Questa è la soddisfazione più grande per una cuocarina come me!

La puntata sarà trasmessa sabato 8 maggio su Alice Tv (canale 416), vi aspetto tutti attaccati allo schermo!

Torta Caprese Bianca

(senza glutine)

La torta presentata su Alice è una mia nuova rivisitazione della classica Caprese. Ho modificato la ricetta tradizionale di mia madre usando il cioccolato bianco al posto del cioccolato fondente e sostituendo il limoncello alla Strega. Inoltre anche la tecnica è un pò diversa. Sono sicura che vi piacerà, soprattutto perché rimane morbida e umida all’interno

Ingredienti:

  • 320 g di mandorle pelate
  • 200 g zucchero
  • 200 g burro ammorbidito
  • 200 g cioccolato bianco (o cioccolato bianco al limone)*
  • 5 uova (grandezza media)
  • un goccio di panna fresca o latte intero
  • 40 g di limoncello
  • 2 limoni non trattati
  • zucchero a velo per decorare

Attrezzatura: tortiera di 26 cm

Preparazione:

1. Preriscaldate il forno a 170 ° ventilato. Tritate le mandorle finemente. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato bianco con due cucchiai circa di panna, fate intiepidire.
2. Montate il burro ammorbidito con 150 g di zucchero. Aggiungete la buccia di limone grattugiato, i tuorli uno alla volta continuando a mescolare. Unite le mandorle tritate e il cioccolato fuso. Mescolate il tutto e versate il liquore di limoncello.
3. Montate a neve ben ferma gli albumi versando gradualmente i restanti 50 g di zucchero.
4. Aggiungete delicatamente gli albumi al composto facendo movimenti dal basso verso l’alto in modo da non farlo smontare.
5. Rivestite la tortiera con la carta da forno bagnata e strizzata (o carta argentata),  versateci il composto. Vi consiglio una tortiera di circa 26 cm di diametro. (la vera tradizione richiederebbe l’utilizzo del “ruoto” di alluminio che si usa per la pastiera).
6. Infornate a 170 °C per 35-40 minuti. Togliete il dolce dal forno dopo 5 minuti, quando è ancora morbido, perché raffreddandosi si rassoderà rimanendo però umido all’interno. Fate raffreddare completamente su una gratella. Una volta raffreddato capovolgete la tortiera su di un piatto e togliete delicatamente la carta da forno/argentata. Servite cosparso di zucchero a velo.

Accompagnamento: liquore di limoncello o crema di limoncello

*Per una maggiore sicurezza confrontate le marche permesse nel Prontuario dei prodotti senza glutine.